Spesso ho incontrato persone con sintomi somatici che rappresentavano un mistero non solo per chi li aveva, ma anche per il medico e per lo psicologo. Attraverso le pratiche Mindfulness ho aperto un’altra via alla relazione mente-corpo: il respiro guidato, la percezione di molte parti del corpo in stato di tensione e in stato di relax, l’ascolto del proprio battito cardiaco, l’atteggiamento non giudicante nei confronti dei propri pensieri e delle proprie sensazioni…
L’utilizzo di farmaci si è ridotto, molti sintomi sono diminuiti e il paziente è stato in grado di gestirli con maggior consapevolezza e minore ansia.
“Enlightenment is always preceded by confusion.”
(Milton Erickson)
Puoi “non fare nulla”, seguendo le parole della tua guida, e sentire che attraverso l’ossigeno portato dal respiro la vita pulsa in ogni cellula del tuo corpo.
Puoi esplorare memorie antiche e scoprire che i problemi di oggi hanno un nuovo profilo uscendo dall’oscurità e dall’ombra del “non sapere”.
Puoi lavorare su un obiettivo che vuoi raggiungere e mettere a fuoco lucidamente gli step del cammino da fare.
Puoi imparare a costruire un tuo sistema di difese in grado di proteggerti e allo stesso tempo di scambiare con il mondo esterno.
Puoi giocare con l’immaginario, costruire sogni e fantasie e dare spazio alla tua parte infantile.
Le parole dell’ipnoterapista, calibrate sulla tua persona e sul tuo bisogno, consentono alle risorse inconsce di manifestarsi e di liberare energie bloccate. La trance ipnotica, attraverso ricordi positivi del passato connessi a nuovi apprendimenti serve anche ad attivare e rinforzare nel paziente sensazioni di “autoefficacia” e quindi a migliorare l’autostima.